Le politiche europee per il turismo fluviale: Il progetto Star Cities
di Andrea Volpe
ISBN: 979-125-466-558-9
Formato: eBook
Genere: Saggio politico
Collana: Officina delle idee
Anno: 2023 - Mese: ottobre
Pagine: 112


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Sintesi

Questo volume è stato realizzato sul calco della tesi del master universitario di secondo livello in ‘Programmazione comunitaria e relazioni pubbliche europee, Global Affairs & PNRR’ che ho avuto modo di seguire nell’anno accademico 2022-23 presso l’Università LUM.
Gli anni successivi alla pandemia di Covid-19, evento che ha determinato una forte crisi sociale ed economica in Europa, sono stati caratterizzati da una notevole attenzione indirizzata alle politiche dell’Unione europea, sia per quanto concerne le misure economiche finalizzate alla ripresa post-pandemica sia in relazione alle tematiche inerenti al cambiamento climatico e alla protezione dell’ambiente, i quali quest’ultimi risultano tra gli argomenti maggiormente dibattuti e controversi degli ultimi tempi.
L’argomento centrale di questo volume, ossia la progettualità europea in relazione alle problematiche relative alla valorizzazione in chiave turistica di alcuni dei principali fiumi del Vecchio Continente, cerca di unire la prospettiva economica con quella ambientale, in quanto, come vedremo, un corretto sfruttamento delle zone fluviali d’Europa viene considerato sia come fonte di sviluppo produttivo, con particolare riguardo al settore terziario dell’economia, che come mezzo per una più efficace conservazione di ecosistemi e biodiversità che rappresentano parte integrante del patrimonio naturale dell’UE.
Tutto ciò nasce dalla preliminare consapevolezza dei fiumi quale argomento trasversale capace di abbracciare una molteplicità di prospettive e di punti di vista, oltreché dell’indubbia cognizione dei principali corsi d’acqua d’Europa quali vettori dell’eredità storica e culturale del Vecchio Continente.
Difatti, i fiumi hanno rappresentato la principale fonte di ricchezza e sviluppo che ha consentito, sin dall’età antica, a piccoli villaggi di evolversi in grandi città, alcune di queste capaci di costruire imperi in grado di dominare il mondo allora conosciuto. Il caso della città di Roma risulta quello maggiormente emblematico di una piccola popolazione che attraverso l’efficace sfruttamento delle floride acque del fiume Tevere riuscì a espandersi fino a diventare il più grande centro abitato dell’antichità e base di uno dei più influenti imperi della storia .
Il fiume Tevere, anticamente chiamato prima Albula, poi Thybris ed infine Tiberis, secondo quanto riportato da Plinio il Vecchio nei suoi Naturalis Historia, consentì agli antichi romani di espandere in misura massiccia i traffici commerciali con le popolazioni vicine, garantendo alla propria città un notevole arricchimento che si tradusse in un aumento del benessere e della qualità della vita.
Lo sfruttamento delle acque del fiume consentì poi non solo di sviluppare tecniche agricole e di allevamento d’avanguardia, rendendo Roma un centro di primaria importanza per quanto concerne lo sviluppo del settore primario dell’economia, ma altresì di abbinare l’energia idrica a quella umana e animale, consentendo alla città un notevole sviluppo tecnologico. La maggior parte delle creazioni e delle innovazioni tecnologiche romane trovarono applicazione in diversi ambiti avanguardistici dell’epoca, come l'ingegneria civile, la scienza dei materiali, e la tecnologia del trasporto .
La combinazione degli elementi appena citati garantì alla città di Roma uno sviluppo economico e di conoscenze tecniche senza precedenti, il quale si tradusse in una capacità di espansione e di dominio sugli altri popoli che fu la base della creazione dell’impero.
Il riconoscimento da parte dei romani della rilevanza del Tevere per le fortune della città fu testimoniato dal fatto che il fiume veniva considerato un’entità divina, personificata nel Pater Tiberinus, figura della mitologia romana indicata come il dio fluviale del Tevere: la sua festa annuale, le Tiberinalia, veniva celebrata l'8 dicembre, anniversario della fondazione del tempio del dio sull'Isola Tiberina ed era considerato un rito di purificazione e propiziatorio .
Nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’occidente, l’esempio di Roma venne seguito da molte altre popolazioni fluviali europee, le quali si dedicarono a uno sfruttamento più massiccio delle acque dei fiumi per accrescere il loro benessere e la loro influenza, affiancando l’industria, settore secondario dell’economia, all’agricoltura quale area di destinazione delle risorse derivate dai fiumi.
Il caso della città di Londra, nell’antichità un piccolo villaggio di dominazione romana, e nell’età moderna l’epicentro dell’impero britannico, a tutt’oggi il più grande della storia, testimonia della capacità della popolazione locale di sfruttare le risorse del fiume Tamigi come fondamento di ambiziosi progetti di dominio globale .
Altri esempi illustri di importanti città europee costruitesi attorno ai loro grandi fiumi sono Parigi, la quale ha avuto modo di beneficiare del vasto bacino della Senna e dei suoi numerosi affluenti, divenendo a sua volta la capitale di un grande impero , Vienna, città che ha potuto godere della ricchezza rappresentata dal fiume Danubio, oggi il più lungo e navigabile dell’Unione europea , Madrid, capitale dell’ impero spagnolo che si è avvantaggiata della presenza del fiume Manzanarre , e Lisbona, capitale del Portogallo e del vecchio impero lusitano attraversata dalle acque del Tago, il fiume più lungo della penisola iberica .
Al di fuori dell’Europa, degni di una menzione risultano i casi di Stati Uniti e Cina, le due superpotenze economiche e geopolitiche del XXI secolo, le quali hanno fondato le loro fiorenti civiltà su un efficace sfruttamento di bacini idrici tra i più grandi al mondo come i fiumi Mississippi e Tennessee per gli USA e il fiume Giallo e il fiume Azzurro per la Cina .
A conclusione di questo discorso, non risulta casuale che il continente meno prospero del pianeta proprio a causa della mancanza di adeguate risorse idriche, l’Africa, abbia avuto nell’antico Egitto, realtà costruitasi attorno al fiume Nilo, l’unico esempio di civiltà molto avanzata e influente della storia del continente .
In definitiva, nonostante l’innegabile, significativo ruolo che i fiumi abbiano avuto per lo sviluppo della civiltà umana dall’antichità ai giorni nostri, i cambiamenti economici e tecnologici avvenuti nel corso dell’ultimo secolo hanno condotto molte aree fluviali in una condizione di degrado e abbandono.
Nello specifico, il declino del settore agricolo, l’uso da parte delle industrie di fonti di energia alternative a quella idrica, come i combustili fossili, il nucleare e le fonti rinnovabili, la nascita e la rapida evoluzione del settore terziario dell’economia, l’espansione di mezzi di trasporto delle merci alternativi a quelli fluviali e i cambiamenti urbanistici che hanno interessato le principali città del mondo, hanno condotto i fiumi a perdere centralità nelle dinamiche economiche e sociali di molti paesi.
Diversi studi condotti in ambito scientifico negli ultimi decenni hanno sottolineato come l’abbandono delle zone fluviali e l’eccessivo sfruttamento di aree urbane alternative a quest’ultime abbia portato a un significativo peggioramento della qualità ambientale di numerose città, particolarmente in relazione alla qualità dell’acqua e dell’aria, rendendo la rivalorizzazione delle aree fluviali una necessità non più rimandabile .
L’Unione europea, organizzazione che sin dalle proprie origini ha posto il miglioramento del benessere e della qualità della vita dei cittadini europei al centro delle proprie politiche, su pressanti richieste delle popolazioni fluviali del Vecchio Continente, ha deciso di impegnarsi per il rilancio di alcune delle più importanti zone di fiume d’Europa attraverso il progetto Star Cities, programma di cooperazione transnazionale svoltosi tra il 2018 e il 2023 nell’ambito dei progetti Interreg Europe, che ha riguardato cinque importanti realtà europee: Roma, Parigi-La Marna, Amburgo, Kaunas e Lubiana . L’analisi integrata di questi cinque casi studio rappresenterà il core di questo lavoro, sebbene, a causa della maggiore documentazione disponibile per il caso di Roma, un’attenzione speciale verrà riservata alle vicende riguardanti la capitale italiana e il suo sforzo di riqualificazione dell’area del fiume Tevere.
Il testo sarà diviso in due capitoli, i quali rispecchieranno le due fasi temporali che hanno riguardato lo svolgimento del progetto Star Cities. Il primo capitolo verrà dedicato alla prima fase del progetto, iniziata nel giugno del 2018 e terminata nel maggio del 2021, in cui i partecipanti si sono focalizzati su un ambizioso Programma di apprendimento interregionale incentrato sull’identificazione, la presentazione e il trasferimento delle ‘buone pratiche’ del progetto. Le buone prassi, esperienze in tema di sviluppo fluviale che ogni partner ha desiderato condividere con gli altri membri al fine di un proficuo apprendimento reciproco, hanno riguardato principalmente il coinvolgimento attivo dei cittadini al programma Star Cities, l’aumento della sensibilità delle popolazioni fluviali sui temi ambientali, la promozione di nuovi prodotti turistici relativi alle realtà fluviali e il miglioramento dei sistemi di governance dei fiumi.
Il secondo capitolo riguarderà invece l’analisi della seconda fase del programma, durata dal giugno del 2021 al maggio del 2023, la quale è stata dedicata all’implementazione dei singoli Piani d’Azione stilati da ogni partecipante al progetto. Questi programmi, i quali riguardano obiettivi specifici che i partecipanti si sono prefissi di raggiungere nell’ambito della promozione e la valorizzazione del turismo fluviale, sono stati realizzati traendo ispirazione dalle buone prassi apprese nella prima fase di Star Cities. Così, l’analisi dei Piani d’Azione consentirà di verificare l’efficacia del principio della trasferibilità delle buone pratiche da un paese a un altro, elemento quest’ultimo che rappresenta uno dei fondamenti della progettualità transnazionale dell’Unione europea.
Inoltre, un accenno importante sarà dedicato alla sostenibilità, particolarmente in termini economici e ambientali, e alla capitalizzazione dei risultati del progetto, ossia la capacità di questi risultati di generare valore nel tempo e la possibilità di riutilizzare in modo virtuoso quanto realizzato nel corso del programma per simili progetti futuri.
L’analisi dei risultati, la quale vedrà un accento sull’esperienza di Roma, verrà arricchita dalle preziose testimonianze fornite da alcune delle personalità che hanno partecipato attivamente ai lavori del programma.
In seguito, questo lavoro ha potuto contare su fonti primarie e secondarie di estrema rilevanza. Le
prime racchiudono l’intera gamma documentale pubblicata dall’Unione europea, in collaborazione coi partner del progetto, nell’ambito di Star Cities. Esse hanno avuto il compito di descrivere l’evoluzione anno per anno dello svolgimento dei lavori del progetto europeo e consistono soprattutto in report, newsletter, comunicati stampa, guide pratiche relative ai contenuti delle buone prassi e draft concernenti i Piani d’Azione redatti dai partner.
Le seconde, concernenti principalmente volumi e articoli di rivista dedicati alla storia delle più importanti realtà fluviali d’Europa, sono state utilizzate nelle parti del testo dedicate al ruolo storico che i fiumi hanno avuto per lo sviluppo delle popolazioni fluviali del Vecchio Continente.
Per la realizzazione di questo lavoro ringrazio l’Università LUM, istituzione che mi ha consentito di partecipare a un master universitario che ha rappresentato un sicuro arricchimento del bagaglio di conoscenze riguardante le politiche dell’UE, con particolare riferimento all’implementazione di progetti europei di estremo interesse come quello rappresentato da Star Cities. Nello specifico, ringrazio il dott. Michele Colavito per il suo efficace e paziente lavoro di tutoraggio di quest’opera. Infine, intendo rivolgere un sentito ringraziamento al dott. Alessandro Drago della Regione Lazio e alla dott.ssa Elisabetta Romano di Roma Capitale, protagonisti diretti dell’esperienza di Star Cities, le cui preziose consulenze sono state di fondamentale importanza per avere un quadro chiaro del significato e dei contenuti del progetto Star Cities.
L’autore rimane l’unico responsabile per i contenuti di questo lavoro.

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